Accademia Georgica Treia

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Il patrimonio artistico dell'Accademia Georgica >>> Pitture su tela

 

Gli Accademici Illustri nella Sala Grassi-Coluzi o delle Pergamene

Le 1.196 pergamene del fondo diplomatico del Comune di Treia sono sistemate nella sala intitolata ad Augusto Grassi-Coluzi e sembrano essere controllate dall'occhio vigile di alcuni accademici della prima e seconda generazione raffigurati dai ritratti appesi alle pareti:

§ Bartolomeo Vignati

Olio su tela di autore ignoto (XVIII sec.)

Nel secolo XV, quella passione umanistica che spinse molti all'attività intellettuale avrebbe animato, secondo la tradizione, anche un erudito, scrittore apostolico, e Datario di Eugenio IV: Bartolomeo Vignati. In seguito egli divenne Vescovo di Senigallia. Costui, nel 1430, volle fondare nella sua città natale, Treia (allora detta Montecchio), un'Accademia di nobili intellettuali dediti alla "incantatrice arte di Apollo".

§ Giulio Acquaticci

Olio su tela di autore ignoto (XVIII sec.)

Letterato, nato a Treia nel 1603, morto nel 1688. Appartenne all’Accademia dei Catenati di Macerata e dei Sollevati di Treia, pubblicò un poema sacro-eroico sulla traslazione della Santa Casa sul modello della Gerusalemme Liberata, intitolato "Il tempio peregrino".

§ Luigi Lanzi

Olio su tela di autore ignoto (XIX sec.)

Storico dell’arte, nato a Montecchio, oggi Treia, il 14 giugno 1732, morto a Firenze 31 marzo 1810. Veramente pochi sanno che Lanzi è l’artefice dell’attuale selezione e dell’allestimento museale degli Uffizi di Firenze, dove era approdato nel 1775 come aiutante antiquario del direttore della Galleria Fiorentina, dopo aver insegnato storia dell’arte a Viterbo, Tivoli e Roma, per poi diventare responsabile delle collezioni granducali esposte al pubblico. Frutto del periodo fiorentino è anche la sua "Guida di Firenze" edita nel 1782. Il Lanzi fu anche archeologo ed esperto delle antiche culture italiche, studiò l’etrusco (saggio di lingua etrusca e di altre antiche d’Italia, 1789), ma la sua opera principale è la "Storia pittorica d’Italia" edita in diverse edizioni a partire dal 1796, che è indubbiamente la prima storia critica dell’arte italiana. E’ sepolto a Firenze nella chiesa di Santa Croce tra i grandi della Patria.

§ Ilario Altobelli

Olio su tela di autore ignoto (XVIII sec.)

Astronomo, nato a Treia nel luglio 1560, morto a Treia il 31 ottobre 1637. Minore conventuale fu contemporaneo e amico di Galilei contribuendo, nonostante la veste, al sostegno delle sue tesi scientifiche. Scoprì i satelliti di Saturno e osservò tra i primi la stella “nova” che creò molte discussioni ra gli astronomi del suo tempo dandone conto nel "De nova stella" del 1628. Mise anche a punto l'analemma, un sistema di proiezione ortografica della sfera celeste molto elogiato. Dal 1604 fu professore di matematica e astronomia all’università di Verona. Famose le sue "Tabulae regiae astronomicae" del 1628.

§ Fortunato Benigni

Olio su tela di autore ignoto (XIX sec.)

Erudito, nato a Treia il 6 giugno 1756, morto a Treia 28 ottobre 1831. Benigni è il prototipo e per certi versi l’archetipo del letterato patriota marchigiano, cultore delle cose patrie. Si deve a lui il ripristino dell’antico nome romano della sua città, Treia (dal municipio romano Trea) che fino al 1790 si chiamava Montecchio. Riuscì infatti a far emanare una bolla papale per questo da Pio VI. Ma fu anche rifondatore della Società Georgica dei Sollevati di Treia impegnata nella modernizzazione delle tecniche agricole secondo i metodi proposti in tutta l’Europa da accademie agrarie analoghe, come i Georgofili di Firenze, dei quali fece parte. Impegnato giacobino e massone partecipò ai moti del 1799 e per questo motivo fu deportato alla fortezza di Civitella. Fu anche cultore di archeologia e redattore del “Giornale delle arti e del commercio” edito dall'Accademia Georgica nel biennio 1780-81, stampato a Macerata e diffuso in tutta Europa.

 

 

San Francesco di Paola

Olio su tela di autore ignoto (XVIII sec.)

A seguito del riordino dell’Archivio del Monastero di Santa Chiara avvenuto nell’anno 2010, tra la documentazione analizzata è stata rinvenuta una tela risalente intorno al 1700 delle dimensioni di circa 70x60 cm, raffigurante San Francesco di Paola – con barba bianca ed abito scuro, con lo sguardo rivolto verso il basso, con mani incrociate sul petto che reggono una corona e un bastone dove alle estremità si intravedono delle fiammelle con la scritta CHARITAS.

L’opera si presentava in cattivo stato di conservazione: nel perimetro vi erano delle piccole lacerazioni. Era ricoperta da uno strato di polvere e sporco vario che rendevano non leggibile il dipinto. La tela e il colore erano molto sottili con il pigmento abraso su tutta la superficie e con piccole ma numerose cadute. Nella metà orizzontale era evidente la piegatura di come il quadro è stato ritrovato. Erano presenti altresì dei piccoli fori (n. 3 sul lato sinistro in alto ed altri al centro della tela). Su tutto il lato sinistro era evidente un alone formatosi al contatto con l’acqua.

Si è ritenuto necessario un intervento di restauro eseguito con l’autorizzazione e sotto le direttive della competente Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico delle Marche, sede di Urbino.

 

 

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